Dal 17 luglio in sala il film rivelazione con Nahuel Pérez Biscayart e Úrsula Corberó: una corsa sfrenata tra corpi in trasformazione, gangster e onirismo urbano
Arriva finalmente in Italia, distribuito da Lucky Red, il nuovo film firmato da Luis Ortega: El Jockey, già applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, sarà visibile dal 17 luglio in versione originale sottotitolata. Con questa pellicola, il regista argentino conferma il suo talento per un cinema libero, coraggioso e stilisticamente estremo. Dopo il successo internazionale de L’angelo del crimine, Ortega si misura con un racconto ancora più personale e ambizioso: la storia di Remo Manfredini, giovane fantino autodistruttivo che, dopo un incidente quasi fatale, si risveglia in un limbo esistenziale e sessuale dove tutto è in movimento — identità, desideri, relazioni, colori della pelle. Il protagonista, interpretato da uno straordinario Nahuel Pérez Biscayart, si aggira per Buenos Aires truccato, con pelliccia e turbante, in un’odissea urbana che ricorda tanto Lynch quanto il miglior cinema queer europeo, da Almodóvar a Fassbinder. Accanto a lui Úrsula Corberó, che abbandona i panni di Tokyo de La casa di carta per esplorare territori emotivi più complessi e delicati, in un ruolo che sfuma tra il maschile e il femminile, tra la maternità e l’abbandono.


El Jockey è un’esperienza ipnotica che sfugge alle etichette
Più che raccontare una storia nel senso classico, Luis Ortega costruisce con El Jockey un’esperienza sensoriale e visiva, un flusso di immagini e situazioni che si rincorrono senza seguire regole convenzionali. Il film mescola gangster movie, melodramma, commedia nera e cinema queer sperimentale, senza preoccuparsi di risultare immediatamente chiaro o lineare. Questa scelta rischia di disorientare gli spettatori più abituati alla chiarezza narrativa, ma è anche il cuore pulsante della sua originalità. La fotografia fluttua tra notturni violacei e luci al neon sature, ricordando certe atmosfere felliniane e lynchiane, mentre la colonna sonora accompagna i momenti di maggiore tensione con sonorità elettroniche minimali. I temi dell’identità di genere, della fluidità, del desiderio non normato attraversano ogni fotogramma, ma non sono mai trattati come manifesto politico: El Jockey parla di corpi che si cercano e si perdono, di volti che cambiano, di amori irrisolti. L’ambiguità è programmatica: Sirena, il boss mafioso, interpretato con carisma ambiguo, rappresenta una minaccia ma anche un’ossessione. Il rapporto tra lui e Remo è volutamente indecifrabile fino all’ultimo.

Il nuovo cinema queer latinoamericano
Con El Jockey, Luis Ortega si inserisce in una nuova ondata di cinema queer sudamericano che si nutre di forme e linguaggi sperimentali. A differenza di modelli più canonici (pensiamo a Moonlight o Call Me By Your Name), film come El Jockey, Eami o Los Fuertes preferiscono l’allusione alla dichiarazione, l’enigma all’affermazione diretta. Un approccio che riflette forse una realtà culturale ancora complessa, tra aperture sociali e resistenze. In Argentina, la legge sull’identità di genere è tra le più avanzate al mondo, ma il dibattito pubblico resta acceso. Questo si riflette in opere che raccontano la libertà con il passo lungo e visionario di chi sa che la strada è ancora lunga.
Recensione
El Jockey di Luis Ortega è un’esperienza da vedere in sala, immersiva e difficile da dimenticare.
Non è un film per tutti: richiede disponibilità ad accettare ambiguità e vuoti narrativi.
Ma chi si lascia andare, troverà un’opera magnetica, sensuale, viva.
Voto: ★★★★☆ (4/5)
📅 Dove vederlo:
Dal 17 luglio 2025 in Italia, distribuito da Lucky Red, in versione originale con sottotitoli.