Un modello abitativo solidale e innovativo per invecchiare insieme, con dignità, libertà e identità condivisa.
Nel quartiere Croix-Rousse, nel cuore storico di Lione, si accende una luce nuova sull’abitare del futuro. È la Maison de la Diversité, la prima coabitazione europea pensata per persone LGBTQIA+ over 55 e viventi con HIV, un luogo dove l’età non è sinonimo di emarginazione, ma occasione di rinascita. Un progetto unico nel suo genere che nasce dal sogno – oggi diventato realtà – dell’associazione Les Audacieuses & Les Audacieux, impegnata dal 2017 nel sostegno alle persone queer anziane. Qui solidarietà, partecipazione e accoglienza diventano le chiavi di una terza età vissuta con autenticità e rispetto.

Non una casa, ma una comunità che cura
A partire da settembre 2025, 16 persone over 55 abiteranno questo edificio ristrutturato con attenzione e amore. Ogni ospite avrà uno spazio privato, ma condividerà cucine, terrazze, giardino e aree comuni pensate per stimolare relazione e partecipazione attiva. L’obiettivo è semplice e rivoluzionario: vivere pienamente la propria identità, senza più nascondersi. All’interno, la Carta degli Abitanti stabilisce i valori condivisi: ascolto, gentilezza, nonviolenza, cooperazione. Tutti contribuiscono alla vita della casa, con incontri, laboratori, cucina collettiva, momenti di svago e decisioni condivise. Una micro-società fondata sulla cura reciproca.


Un rifugio e un ponte verso il quartiere
Maison de la Diversité non è una struttura chiusa. È pensata come luogo aperto: agli amici, ai vicini, ai volontari, alle associazioni. Le attività culturali e ricreative sono aperte anche a chi non risiede nella casa, creando un ponte tra la comunità queer e il territorio. Così, l’inclusione esce dai muri e diventa rete sociale. Tra orti condivisi, terrazze panoramiche, una cucina collettiva colorata (La Ruche Audacieuse), spazi per il tempo libero e persino un laboratorio di queer tango, la casa offre occasioni per vivere attivamente ogni giornata. L’intera struttura è accessibile, sostenibile e con affitti calmierati.
Una nuova narrazione per l’invecchiamento queer
Nel nostro continente, la vecchiaia queer è spesso invisibile. Molti anziani LGBT+ vivono ancora oggi isolati, spesso costretti a tornare “nell’armadio” in contesti residenziali ostili. Maison de la Diversité vuole rompere questo schema: è il primo modello abitativo partecipativo pensato per la terza età LGBTQIA+ e potrebbe fare scuola in tutta Europa. Gli abitanti non sono assistiti, ma attivi protagonisti. Sottoscrivono una partecipazione concreta e volontaria alla vita collettiva. Alcuni, come Françoise e Jack, hanno persino cantato e girato video promozionali per raccontare e sostenere il progetto. Per loro, finalmente, casa significa essere se stessi senza compromessi.

Un esempio da seguire?
Il modello francese potrebbe essere replicato anche in Italia, dove simili esperienze stentano a nascere. Invecchiare in modo attivo, condiviso e libero dovrebbe essere un diritto per tutti, anche per chi ha passato una vita a lottare per la propria identità. La Maison de la Diversité è più di un luogo: è un manifesto abitato di dignità, cura e visibilità queer. E forse, il primo passo di una rete futura che renda la vecchiaia non una fine, ma un nuovo inizio.