Africa, diritti sotto accusa: cresce la criminalizzazione dell’omosessualità

2 Settembre 2025

Una trentina di paesi hanno irrigidito le proprie leggi, tra pressioni politiche, retaggi culturali e resistenze ai cambiamenti globali.

Negli ultimi anni, il continente africano ha visto un ritorno a politiche più severe nei confronti delle persone LGBTQ+. In circa trenta stati, dall’Africa sub-sahariana al Maghreb, l’omosessualità rimane un reato punibile con pene detentive, multe salate e, in casi estremi, perfino la pena di morte. L’inasprimento legislativo non solo ha rafforzato la criminalizzazione, ma ha alimentato un clima di crescente stigmatizzazione sociale.

Secondo diverse organizzazioni internazionali, le nuove norme – approvate soprattutto tra il 2022 e il 2024 – rappresentano un passo indietro rispetto ai progressi compiuti altrove nel mondo. In Uganda, ad esempio, la recente legge “Anti-Homosexuality Act” ha introdotto sanzioni draconiane, suscitando proteste diffuse da parte di istituzioni europee e Nazioni Unite. In Ghana, Kenya e Nigeria, i parlamenti hanno discusso o adottato provvedimenti che limitano ulteriormente la libertà di associazione delle comunità LGBTQ+.

Le radici di un fenomeno complesso

Gli analisti individuano almeno tre fattori che spiegano questa ondata conservatrice. Il primo è culturale: la retorica politica fa spesso leva sulla difesa delle “tradizioni africane” contrapposte a valori percepiti come importazioni occidentali. Il secondo è religioso: sia le chiese cristiane evangeliche sia le comunità musulmane più radicali esercitano un’influenza determinante sul dibattito pubblico. Infine, il terzo è politico: in contesti di instabilità economica e sociale, i governi ricorrono alla criminalizzazione come strumento di consenso, trasformando le minoranze sessuali in capri espiatori.

Tra pressioni internazionali e resistenze interne

L’inasprimento normativo ha già avuto ripercussioni sui rapporti diplomatici. Alcuni partner occidentali, come Stati Uniti e Unione Europea, hanno minacciato di sospendere aiuti economici e programmi di cooperazione. Tuttavia, molti governi africani reagiscono a queste pressioni rafforzando il proprio discorso sovranista, presentandosi come difensori della “sovranità culturale” contro l’ingerenza straniera.

La conseguenza immediata è l’aumento della vulnerabilità per milioni di persone. Molti attivisti denunciano arresti arbitrari, violenze fisiche e discriminazioni nell’accesso a servizi sanitari ed educativi. Al tempo stesso, reti informali di sostegno e associazioni clandestine continuano a operare, cercando di garantire un minimo di protezione.

Uno scenario in evoluzione

Il futuro resta incerto. Da un lato, la crescente visibilità delle comunità LGBTQ+ africane – amplificata dai social media – contribuisce a erodere i tabù. Dall’altro, le pressioni interne, religiose e politiche, spingono verso un irrigidimento ulteriore. La sfida per i prossimi anni sarà capire se le richieste di diritti universali riusciranno a farsi spazio in un contesto in cui la criminalizzazione resta, per molti governi, un potente strumento di controllo politico e sociale.

Il Burkina Faso, Paese governato da una giunta militare, ha adottato una legge che prevede pene detentive fino a cinque anni per “gli autori di pratiche omosessuali”. Finora nessuna legge aveva mai preso specificatamente di mira le persone omosessuali. Il disegno di legge è stato adottato all’unanimità dai 71 membri non eletti dell’Assemblea legislativa di transizione (ALT), che funge da Parlamento da quando la giunta ha preso il potere quasi tre anni fa. 

Regione / StatoStato della legge
UgandaPena di morte per “aggravated homosexuality”, carcere per gli altri casi, fino a 20 anni per “promozione”
MauritaniaPena di morte prevista (non applicata), carcere per donne
ChadLegale dal 2017: 3 mesi–2 anni + multa
MaliCriminalizzazione dal 2024: 2–7 anni + multa
Altri (ca. 30+ paesi)Imprigionamento e sanzioni varie in Algeria, Angola, Camerun, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Kenya, Malawi, Nigeria, Somalia, Sudan, Tanzania, Togo, Zambia, Zimbabwe, ecc.

Attualmente, oltre 30 paesi africani mantengono leggi che penalizzano l’omosessualità. Alcuni hanno introdotto pene estremamente severe, come l’Uganda con la pena di morte o l’ergastolo, o Mali con un recente inasprimento. In altri, si va da sanzioni pecuniarie e reclusione breve a media. Il quadro rimane fortemente negativo per i diritti LGBTQ+ nell’intero continente.

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