Un’indagine condotta dall’Istat in collaborazione con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali ha rivelato che l’80% delle persone transgender subisce microaggressioni sul luogo di lavoro. Queste si manifestano sotto forma di commenti denigratori ripetuti o insulti velati, spesso espressi in modo inconsapevole o automatico. Metà degli intervistati ha riferito di aver subito almeno un episodio di discriminazione durante la ricerca di un impiego a causa della propria identità di genere, mentre il 46,4% ha scelto di non partecipare a colloqui di lavoro per timore di pregiudizi che potessero compromettere l’esito.
Tra i lavoratori dipendenti, il 40,6% ha dichiarato di essere stato escluso o penalizzato sul posto di lavoro, mentre il 23% ha riportato di aver subito aggressioni fisiche. Questi episodi di discriminazione sono diffusi anche in ambito scolastico: il 66% delle persone trans o non binarie con un’identità di genere chiaramente riconoscibile ha affermato di essersi sentito emarginato a scuola o all’università.
Dettagli della ricerca
Questa indagine rappresenta la fase conclusiva del progetto “Discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e le politiche di diversity adottate dalle imprese”, avviato nel 2018 e conclusosi nel 2023. Il sondaggio è stato realizzato attraverso un questionario elettronico autocompilato disponibile online. Hanno partecipato all’indagine persone maggiorenni residenti in Italia che si identificano come trans o con identità di genere non binaria (34,1% uomini trans, 19,4% donne trans e 46,5% persone non binarie).