Nuove regole per accedere all’app gay più famosa al mondo. E in Italia? Si prepara un cambiamento, ma manca ancora una strategia concreta.
Da oggi nel Regno Unito, per usare Grindr – l’app di incontri più popolare nella comunità LGBTQ+ – servirà dimostrare di avere almeno 18 anni, con una procedura di verifica biometrica supportata da documenti ufficiali e un breve video. A renderlo obbligatorio è stato l’Online Safety Act, la legge britannica entrata in vigore nel 2023 per tutelare i minori dai contenuti online ritenuti pericolosi.
Come funziona il nuovo sistema
Grindr collaborerà con FaceTec, società specializzata in verifica dell’identità tramite riconoscimento facciale, che gestirà autonomamente i dati per garantire la massima privacy. Nessun documento o video sarà conservato a lungo termine: tutto sarà eliminato una volta completata la verifica. Chi si trova nel Regno Unito non potrà più accedere all’app fino a quando non dimostrerà la propria età tramite uno dei documenti validi, tra cui:
- Passaporto
- Patente (anche provvisoria o internazionale)
- Carta d’identità (inclusi modelli militari e per rifugiati)
- Young Scot Card
- Permesso di soggiorno
- Documento ONU
“Uno spazio per adulti queer”
Grindr ha motivato così la decisione: “Questo processo rafforza ciò che Grindr è sempre stato: uno spazio per adulti queer. La sicurezza e la privacy restano le nostre priorità.” Una mossa che anticipa – e forse ispira – analoghi adeguamenti attesi anche in altri Paesi europei, Italia compresa.

E in Italia? Verifica dell’età ancora assente, ma qualcosa si muove
Nel nostro Paese, Grindr è già riservato per contratto agli over 18, ma la verifica si basa solo sull’autodichiarazione: basta inserire una data di nascita e spuntare una casella. Nessuna verifica concreta, nessun controllo esterno. Tuttavia, il quadro normativo sta per cambiare. L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha annunciato che entro il 2026 i siti e le piattaforme per adulti dovranno implementare sistemi di verifica della maggiore età, in linea con quanto richiesto dal Digital Services Act europeo (DSA). L’articolo 28 del DSA impone infatti alle piattaforme di proteggere i minori da contenuti che possano compromettere il loro sviluppo fisico, mentale o morale. In questo contesto, anche le app di dating rientrano tra i servizi potenzialmente soggetti a nuovi obblighi.
Chi controllerà cosa?
L’unica certezza, al momento, è che:
- I fornitori di prova dell’età non potranno conoscere il tipo di contenuto a cui l’utente sta cercando di accedere (per proteggere la riservatezza).
- Ogni piattaforma dovrà trovare soluzioni adeguate, ma non sono ancora state dettate regole tecniche precise.
Verso un futuro digitale più responsabile
Il Regno Unito fa da apripista. Ma l’Italia e l’Europa dovranno presto affrontare un tema non più rinviabile: come garantire l’accesso consapevole e sicuro ai contenuti sensibili online. Grindr potrebbe essere solo la prima tra molte piattaforme a dover cambiare passo. Educazione digitale, tutela dei minori e diritto alla privacy dovranno trovare un equilibrio. L’esperimento britannico sarà un banco di prova anche per capire se e come la verifica dell’età possa diventare uno strumento efficace senza trasformarsi in una minaccia alla riservatezza degli utenti queer.