Tra silenzi istituzionali e dichiarazioni incendiarie, il rifiuto di issare la bandiera LGBTQIA+ sul parlamento tedesco alimenta tensioni e preoccupazioni in un’Europa già sotto assedio per i diritti civili.
Nel cuore dell’estate tedesca, quando le piazze si colorano per celebrare il Pride, un’ombra si allunga sul Bundestag. La decisione della presidente della Camera Julia Klöckner (CDU) di non esporre la bandiera arcobaleno per il Christopher Street Day di Berlino ha scatenato un’ondata di critiche da parte di attivisti, politici e società civile. Ma è stata la frase del cancelliere Friedrich Merz a fare esplodere la polemica: “Il Parlamento non è un tendone da circo”.

Pronunciate in diretta TV, le parole di Merz suonano come una bocciatura culturale e simbolica. In un periodo in cui le violenze contro la comunità LGBTQIA+ aumentano e le marce vengono vietate – come accaduto a Budapest – il rifiuto di esporre un semplice simbolo di inclusione viene percepito come un messaggio di distacco e ostilità.
Il precedente del 2022, quando per la prima volta il Bundestag si era illuminato con i colori del Pride, sembrava l’inizio di un cambiamento. Oggi, al contrario, si respira aria di regressione. Klöckner si appella a una rigida interpretazione del protocollo, ammettendo solo il 17 maggio – Giornata contro l’omotransfobia – come data valida per issare la bandiera. Ma la comunità LGBTQIA+ e diversi partiti politici vedono in questa mossa una scelta politica travestita da burocrazia.
Le critiche non sono mancate nemmeno all’interno del centrodestra: l’associazione LGBT della CDU ha preso le distanze da Merz e Klöckner, mentre il gruppo LSVD ha ricordato il significato profondo dell’arcobaleno – non un orpello decorativo, ma il segno della resistenza di una comunità perseguitata, ieri come oggi.

Il clima politico tedesco è sempre più incandescente. Con la CDU/CSU impegnata in una corsa al riarmo e un’opinione pubblica sempre più polarizzata, cresce la paura che l’estrema destra di AfD – apertamente ostile ai diritti LGBTQIA+ – possa raccogliere consensi su un terreno fertile seminato da ambiguità e provocazioni.
La Germania, un tempo punto di riferimento europeo per l’inclusività durante l’era Merkel, rischia oggi di diventare un terreno instabile per le minoranze. E se da Budapest a Berlino il Pride deve sfidare censure e pregiudizi per esistere, il silenzio – o peggio, lo scherno – delle istituzioni democratiche suona come un tradimento.
Nel frattempo, i Pride tedeschi vanno avanti. Berlino, Colonia, Francoforte, Amburgo e molte altre città si preparano a scendere in strada. Nonostante tutto. Con più colori, più voci e più coraggio. Ma anche con la consapevolezza che il rischio non arriva solo da chi alza muri, ma anche da chi toglie bandiere.
Pride 2025 in Germania – date e città
- Berlino: parata il 26 luglio 2025 (CSD Berlin, settimana CSD dal 23 al 27 luglio 2025).
- Colonia: parata il 5 o 6 luglio 2025 (CSD Köln, festa Pride dal 21 giugno al 6 luglio 2025).
- Francoforte: parata il 19 luglio 2025 (CSD Frankfurt, eventi dal 17 al 20 luglio 2025).
- Stoccarda: Pride dall’11 al 27 luglio 2025 (CSD Stuttgart).
- Düsseldorf: Pride dal 19 al 22 giugno 2025 (CSD Düsseldorf).
- Monaco: Pride festival dal 14 al 28 Giugno (CSD 29 Monaco di Baviera)
- Amburgo: parata il 2 agosto 2025 (CSD Hamburg, eventi dal 31 luglio al 3 agosto 2025).
- Hannover: Pride dal 7 all’8 giugno 2025 (CSD Hannover).
- Norimberga: parata nel primo weekend di agosto 2025 (CSD Nürnberg).