L’estetica del desiderio: riviste, corpi e cultura gay nell’America del Novecento

1 Agosto 2025

Un nuovo libro racconta l’estetica muscolare e censurata delle riviste gay semiclandestine americane dagli anni ’30 ai ’60, tra bodybuilding, desiderio e resistenza culturale.

Prima di Stonewall, prima del Pride, prima che la parola “gay” fosse usata pubblicamente per indicare un’identità sessuale, c’era un altro linguaggio visivo, codificato e sottilmente ribelle: quello delle riviste di physique. Tra bagnini, operai a torso nudo e culturisti in pose classiche, quegli scatti all’apparenza innocenti celavano – per chi sapeva leggere – un potente messaggio di desiderio, identità e comunità.

A raccontare questo mondo semi-sommerso è il volume Physique: The Male Nude in Photography and Magazines, 1930–1960 di Vince Aletti, uno dei più acuti critici della cultura visiva americana. Il libro, pubblicato nel 2024, ripercorre il periodo in cui la fotografia maschile veniva venduta in edicole e per corrispondenza come “materiale per bodybuilder” – un escamotage per aggirare la censura postale e le leggi sul contenuto osceno.

Uno dei nomi più emblematici è quello di Bob Mizer, fotografo e fondatore della rivista Physique Pictorial, considerata la prima pubblicazione americana a rivolgersi apertamente – seppur in modo velato – a un pubblico omosessuale. La sua celebre immagine del 1950, che ritrae un giovane uomo in slip da bagno, è tra le fotografie iconiche incluse nel libro. Scatti come quello di Mizer, scrive Aletti, “avevano il potere di accendere immaginari e dare conforto a chi si sentiva solo, in un tempo in cui l’omosessualità era un crimine e una malattia.”

Una cultura parallela, nascosta ma vitale

Queste riviste – Tomorrow’s Man, VIM, Man’s World – venivano spesso sequestrate, e i fotografi rischiavano multe e arresti. Ma rappresentavano anche un raro spazio in cui il corpo maschile poteva essere contemplato e desiderato da altri uomini, lontano dai codici dell’eterosessualità dominante.

Il libro di Aletti evidenzia come la fisicità ostentata, il gusto per l’eroico e il virile, l’ambientazione tra officine e spiagge, abbiano contribuito a formare un’estetica omosessuale del Novecento: un’icona culturale che avrebbe poi influenzato artisti come Tom of Finland, Robert Mapplethorpe e Bruce Weber.

Più di erotismo: un atto di resistenza

Se oggi le immagini possono sembrare quasi castigate, nel loro contesto storico erano tutto fuorché innocue. Questi corpi perfettamente scolpiti, offerti allo sguardo maschile, non erano solo oggetti del desiderio, ma anche atti di affermazione, resistenza e identità. Aletti ci ricorda che la cultura gay, ben prima di potersi esprimere apertamente, trovava nella bellezza maschile un linguaggio silenzioso, ma potentissimo.

Physique non è solo un libro di fotografie: è un archivio emotivo, un atlante visivo del desiderio queer in tempi di repressione, e un omaggio a una generazione di uomini che, tra censure e pericoli, osò immaginare e rappresentare una diversa possibilità di essere.

ADVERTISING

Eventi in programma

Altri
articoli