Licenziato perché gay: il caso di Mark Richards scuote la Louisiana

3 Luglio 2025

Dopo 21 anni di insegnamento, un necrologio ha rivelato la sua omosessualità. La scuola cattolica lo espelle, la comunità si mobilita.

Dopo più di due decenni di insegnamento musicale presso la St. Francis Xavier School di Metairie, in Louisiana, Mark Richards, 63 anni, è stato licenziato. Il motivo? Un necrologio. Quello del marito, John Messinger, deceduto due anni fa, che ha reso nota la relazione omosessuale del docente. Un genitore ha letto l’annuncio, ha protestato, e la scuola ha preso provvedimenti: “Violazione della clausola morale” prevista nel contratto degli insegnanti.

“È stato un tradimento”

«È una pugnalata alla schiena», ha dichiarato Richards all’emittente WDSU. «Ho lavorato con passione per 21 anni. Non ho mai fatto nulla di moralmente scorretto. Sono stato licenziato per chi sono, non per cosa ho fatto».

In un’e-mail inviata alla comunità scolastica e successivamente pubblicata dal The Guardian, Richards è stato chiaro: «Il motivo del mio licenziamento è che sono gay. Nessun comportamento inappropriato, nessuna violazione etica. Solo la mia identità».

La clausola “morale” e il silenzio dell’arcidiocesi

Il contratto della scuola — affiliata all’Arcidiocesi di New Orleans, già travolta da uno scandalo di abusi — prevede che insegnanti e dipendenti aderiscano a una “clausola morale” che vieta, tra le altre cose, l’“attività omosessuale”, così come l’aborto e la paternità al di fuori del matrimonio. Richards aveva firmato quella clausola “ammiccando”, dice oggi, perché la sua omosessualità era nota, anche se mai resa pubblica formalmente.

L’arcidiocesi ha ribadito la decisione come “definitiva”, affermando che il matrimonio tra Richards e Messinger — pur legalmente riconosciuto dallo Stato — “non ha valore agli occhi di Dio”.

Petizioni, proteste e solidarietà

La reazione della comunità non si è fatta attendere. Oltre 1.500 persone hanno firmato una petizione in sostegno di Richards. Alcuni genitori hanno espresso rabbia e indignazione:

La tua identità non è la tua moralità. Vorrei che quella clausola cambiasse. I nostri figli meritano insegnanti come il signor Richards”, ha detto Katheryn Lee, madre di un alunno.

Intanto, la scuola ha fatto sapere che le lezioni di musica proseguiranno “regolarmente”, senza Richards. Un dettaglio che, in un certo senso, rende ancora più amaro l’addio.

“È tempo di uscire dall’ombra”

Il gesto di Richards, però, sembra aver aperto una breccia. In tv, il direttore d’orchestra ha lanciato un appello ai colleghi LGBTQ+:

Spero che un giovane insegnante, oggi, leggendo la mia storia, trovi il coraggio di dichiararsi. Perché nascondersi logora. Io ho 63 anni e solo ieri ho smesso di aver paura.”

La sua è una testimonianza che scotta, che mette a nudo un conflitto tra diritti civili e dottrina religiosa, tra amore e esclusione. Un conflitto che, almeno in questa storia, ha ancora una volta lasciato vincere il pregiudizio. Ma ha anche mostrato una comunità capace di reagire, e forse pronta, stavolta, a cambiare davvero.

ADVERTISING

Eventi in programma

Altri
articoli