Manifesti “No Gender” di Pro Vita & Famiglia: Piacenza e Modena insorgono

4 Luglio 2025

Arcigay denuncia messaggi allarmistici e discriminatori: “Alimentano odio, violano la legge, vanno rimossi subito”.

Dopo Roma, Santa Marinella e numerose altre città italiane, la campagna “Mio figlio no. Scuole libere dal gender” promossa da Pro Vita & Famiglia Onlus è sbarcata anche a Piacenza e Modena, sollevando una durissima reazione da parte delle associazioni LGBTQIA+ locali. I manifesti, che ripropongono slogan allarmistici legati a presunti episodi scolastici su identità di genere e affettività, sono stati definiti da Arcigay “fuorvianti, pericolosi, lesivi della dignità e della sicurezza delle persone”.

Zaini, bambini e frasi shock: la strategia comunicativa di Pro Vita

Con frasi attribuite a ipotetici studenti minorenni — “Oggi a scuola un attivista LGBT ha spiegato come cambiare sesso” o “La mia scuola ha permesso anche ai maschi di usare i bagni delle femmine” — la campagna mira a presentare l’educazione inclusiva come minaccia, raccogliendo firme per bandirla dalle scuole italiane.

Ma secondo Arcigay Piacenza Lambda e Arcigay Modena “Matthew Shepard”, l’intento è tutt’altro che educativo. “Si tratta di contenuti manipolatori – denunciano – che fomentano paura e discriminazione e mettono a rischio l’incolumità di studenti e studentesse queer, già colpiti da alti tassi di bullismo e isolamento”.

“Benzina sul fuoco in un contesto già fragile”

Davide Bastoni, presidente di Arcigay Piacenza Lambda, ha parlato a Radio Sound di “un messaggio falsato, diffamatorio e profondamente irresponsabile”.

“Quando più della metà dei giovani tra gli 11 e i 19 anni è vittima di discriminazione o bullismo, affiggere questi manifesti vuol dire gettare benzina sul fuoco”, ha affermato.

Anche Arcigay Modena ha chiesto l’immediata rimozione, ricordando che i contenuti della campagna potrebbero violare il Nuovo Codice della Strada, il Regolamento comunale per l’occupazione pubblicitaria e il Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, che vietano messaggi discriminatori o lesivi delle libertà individuali.

Pro Vita & Famiglia: “Difendiamo i bambini, le famiglie sono escluse dai processi educativi”

In difesa dell’iniziativa è intervenuto il portavoce Jacopo Coghe, che ha rivendicato la legittimità della campagna:

“Le frasi riportate si riferiscono a progetti realmente avvenuti nelle scuole, senza il coinvolgimento preventivo delle famiglie. Le scuole italiane si stanno trasformando in campi di rieducazione ideologica”.

Tuttavia, molte delle affermazioni riportate non risultano verificate e si basano su ricostruzioni parziali o decontestualizzate.

Il precedente: rimozioni già avvenute in altre città

Come ricordano le sedi locali di Arcigay, in diverse città italiane i manifesti sono già stati rimossi, tra cui Roma, Brescia, Bergamo, Genova e Trieste, per violazioni alle normative locali o per contenuti ritenuti lesivi della dignità personale e collettiva. Anche a Piacenza e Modena, le associazioni chiedono al Comune “di seguire la stessa strada”.

Educazione inclusiva nel mirino

Sotto accusa da parte di Pro Vita & Famiglia ci sono favole inclusive, educazione all’affettività, discussioni su identità di genere e orientamento sessuale, tutte attività che – secondo le linee guida scientifiche internazionali – favoriscono un clima scolastico più sano e prevenzione contro il bullismo.

“Parlare di rispetto e inclusione non è indottrinamento, è prevenzione e crescita sana”, ha sottolineato Bastoni.


La battaglia tra educazione e propaganda è tutt’altro che chiusa. Mentre Pro Vita rilancia la sua campagna in tutta Italia, le comunità LGBTQIA+ si mobilitano per difendere il diritto a una scuola aperta, rispettosa e laica, dove nessuno – bambino, bambina o adolescente – si senta sbagliato per ciò che è.

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