Dopo Dahmer e i Menendez, la serie antologica sbarca nel 1892 con la storia di Lizzie Borden. Ma l’impero creativo di Murphy corre anche su altri fronti.
Ryan Murphy non ha alcuna intenzione di rallentare. Dopo aver conquistato il pubblico globale con Dahmer e con The Menendez Brothers, l’instancabile showrunner statunitense è pronto a tornare su Netflix con la terza stagione di Monsters – stavolta dedicata al famigerato Ed Gein, interpretato da Charlie Hunnam. Ma non è tutto: la piattaforma streaming ha già confermato anche una quarta stagione, le cui riprese dovrebbero iniziare entro la fine del 2025. Secondo quanto riportato da WhatsOnNetflix, il prossimo capitolo della serie antologica sarà incentrato su un nome ancora oggi avvolto dal mistero e dal mito: Lizzie Borden, la donna accusata nel 1892 del brutale omicidio del padre e della matrigna a colpi d’ascia nella cittadina di Fall River, Massachusetts.

Lizzie Borden: il crimine che sconvolse l’America puritana
Andrew e Abby Borden vennero trovati massacrati: lui sul divano del soggiorno, lei al piano di sopra, nella stanza degli ospiti. I sospetti ricaddero subito sulla figlia, Lizzie, trentaduenne, che viveva con loro. L’arma del delitto? Un’ascia. La motivazione? Un rapporto teso, un’eredità in gioco e una vita di silenzi e risentimenti. Il processo che ne seguì fu clamoroso: nel 1893 Lizzie fu assolta, anche grazie alla strategia difensiva che fece leva su un pregiudizio culturale diffuso – l’idea che una donna non potesse compiere un crimine tanto efferato. Eppure le contraddizioni nel suo racconto e le evidenze raccolte lasciarono molti increduli. Lizzie ereditò il patrimonio del padre insieme alla sorella, ma non riuscì mai a scrollarsi di dosso l’etichetta dell’assassina. Cambiò nome, visse isolata e morì in solitudine nel 1927.

Il “regno horror” di Ryan Murphy
Dopo il successo travolgente di Dahmer – una delle serie più viste nella storia di Netflix – e del secondo capitolo su Lyle ed Erik Menendez, Monsters è diventata il fiore all’occhiello dell’accordo da 300 milioni di dollari firmato da Ryan Murphy con la piattaforma. Al contrario di altri titoli usciti dallo stesso contratto (come The Watcher, rinnovata ma poi accantonata), Monsters si è rivelata una formula vincente: crimini realmente accaduti, psicologia disturbata e un’estetica ossessiva che polarizza, ma incolla allo schermo.

Il ritorno a casa: Murphy riparte anche da Disney
Con la fine dell’accordo con Netflix, Murphy è tornato sotto l’ombrello Disney – e in particolare su FX – da dove erano nati titoli iconici come American Horror Story e American Crime Story. Tra i nuovi progetti in arrivo troviamo:
- All’s Fair, serie legal-drama già molto attesa
- The Beauty, titolo misterioso dal tono dark-fiabesco
- Grotesquerie 2, seconda stagione del progetto horror interpretato da Niecy Nash
- American Love Story, altra serie antologica in chiave sentimentale
Una nota negativa: Doctor Odyssey, serie sci-fi ospedaliera, è stata cancellata dopo una sola stagione.
Ryan Murphy: prolifico, divisivo, inarrestabile

Che piaccia o no, Murphy è diventato un marchio di fabbrica della narrazione seriale americana contemporanea. I suoi progetti – spesso centrati su outsider, devianza, violenza e desiderio – continuano a dominare il dibattito pop e le classifiche di ascolto. E mentre Monsters 3 si prepara a raccontare la follia di Ed Gein, con atmosfere che promettono di disturbare e sedurre, già si scaldano i motori per la prossima storia vera da trasformare in incubo seriale: quella di Lizzie Borden. Ancora una volta, Ryan Murphy mette in scena l’America che non vuole guardarsi allo specchio – e ci costringe a farlo.