L’autrice di Harry Potter sotto accusa per un post che incoraggia il monitoraggio delle donne nei bagni, nuova ondata di polemiche e condanne.
J.K. Rowling, con una community di 14,3 milioni di follower su X (ex‑Twitter), ha alimentato una nuova controversia: in risposta a un utente che chiedeva “come si dovrebbe controllare i bagni pubblici”, ha suggerito di fotografare le donne presenti per verificare se fossero trans, invitando a pubblicare le immagini online. La frase, percepita come provocatoria e transfobica, ha scatenato indignazione globale.
Un invito ai follower che suona come caccia
Il suggerimento di Rowling non è nuovo nel contesto: già nel 2020 aveva pubblicato un saggio criticando l’accesso delle persone trans ai bagni delle donne. Ma questa volta l’invito diretto a fotografare utenti avvicina il dibattito a un’attività di controllo e vigilanza personale, trasformando il problema in un possibile scenario di profilazione visiva e molestie digitali.
Reazioni immediate: commenti e contromisure
Attivisti trans e alleati, così come ex sostenitori, hanno denunciato il post come un invito alla violenza simbolica, alla violazione della privacy e alla stigmatizzazione. L’attore Pedro Pascal ha definito il gesto di Rowling come “heinous loser behavior”. Anche numerosi colleghi di Harry Potter, tra cui Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint, avevano già preso le distanze anni fa per posizioni simili.
Trasformazione pubblica: da scrittrice amata a simbolo controverso
Il posizionamento di Rowling è ormai polarizzante: da un lato conferma il suo impegno nel finanziare cause gender‑critical come For Women Scotland, finita al centro di una sentenza della Corte Suprema UK che esclude le donne trans dalla definizione legale di “donna”. Dall’altro rischia di farle perdere l’affetto del pubblico, considerato che istituzioni come Warner Bros e molti fan hanno preso le distanze.
Il rischio legale: hate speech e trolling?
In un discorso passato sul disegno di legge scozzese sui crimini d’odio, Rowling aveva sfidato apertamente la polizia a fermarla, sostenendo che chiamare una persona “uomo” fosse un diritto di espressione . Nel caso attuale, invitare a fotografare donne nei bagni potrebbe configurare una forma di molestia sessuale o discriminazione ai sensi delle normative britanniche. La linea di demarcazione tra satira e incitamento alla discriminazione, già confusa, viene spinta oltre.
Cosa succede ora?
- Campagne di boicottaggio: già si parla di sospendere acquisti di nuovi prodotti legati a Potter e ridurre l’attenzione mediatica sull’imminente serie tv.
- Diffusione culturale e discussione pubblica: il gesto riaccende un dibattito su come regolare l’uso dei social e circoscrivere i discorsi d’odio, coinvolgendo complessi temi di diritto alla privacy e alla sicurezza delle minoranze.
Rowling, un tempo vista come portavoce femminile progressista, ha scelto una linea dura contro le persone trans: il suo ultimo post non è solo un incentivo all’uso dei social come strumento di controllo, ma rappresenta un ulteriore punto di non ritorno nella sua trasformazione da autrice amata a figura di divisione culturale.