Torino riconosce entrambe le mamme: ripartono le registrazioni per i figli delle coppie omogenitoriali

30 Luglio 2025

Dopo tre anni di stop, la sentenza della Corte Costituzionale riapre le porte del Comune: per quattro bambini arriva finalmente il doppio riconoscimento. Il sindaco Lo Russo: “Un atto di giustizia. Ora tocca al Parlamento”.

Con un gesto semplice ma carico di significato, questa mattina quattro bambini nati all’estero tramite procreazione medicalmente assistita (PMA) hanno finalmente visto riconosciuta, anche legalmente, la loro seconda mamma. È successo nella Sala Marmi del Comune di Torino, dove il sindaco Stefano Lo Russo ha firmato i nuovi atti anagrafici insieme alle madri “intenzionali” dei piccoli, nati da coppie omogenitoriali femminili.

Le registrazioni arrivano dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale di maggio 2025, che ha di fatto superato lo stop imposto dal Governo tre anni fa, restituendo ai sindaci la facoltà – e il dovere – di riconoscere entrambi i genitori, anche se il bambino è nato all’estero e la PMA è stata effettuata fuori dall’Italia.

Storie di figli, di madri e di diritti

Le protagoniste di oggi sono otto donne e i loro figli: Rebecca, Elia, Cecilia e Lorenzo. Per tutte, fino a oggi, solo una delle due madri era ufficialmente riconosciuta come genitore. Le altre erano costrette a lunghe trafile di adozione. “È come se l’avessi partorita io”, ha detto Luana, una delle quattro mamme oggi finalmente registrate, riferendosi alla figlia Cecilia, avuta con Maria Grazia a Barcellona 16 mesi fa.

Il caso di Claudia e Marta, mamme del piccolo Lorenzo, è emblematico: il bambino ha 3 anni e fino a oggi ha avuto una sola genitrice sul piano legale. “All’asilo era complicato anche solo firmare per il ritiro – ha raccontato Marta –. E se fosse successo qualcosa, nessuno ci avrebbe tutelati”. Ora, anche la sorellina Viola potrà essere registrata da entrambe le madri.

La storia di Chiara e Alice, già madri di un figlio registrato nel 2018 dall’allora sindaca Chiara Appendino, segna un ritorno alle origini: Torino fu infatti la prima città italiana ad avviare queste registrazioni. Ora, grazie alla sentenza della Corte, il passaggio non dipende più dalla discrezionalità dei sindaci, ma diventa procedura ordinaria per gli uffici dell’anagrafe.

Il Comune: “Giustizia fatta, ora il Parlamento legiferi”

“Da oggi non è più un atto politico, ma un diritto garantito”, ha dichiarato il sindaco Lo Russo. “Questa non è una concessione, ma l’applicazione di un principio costituzionale di uguaglianza e tutela dei minori”. Il primo cittadino ha anche espresso un auspicio: “Vorremmo arrivare al matrimonio egualitario. Ma intanto questa è una svolta concreta”.

Un ringraziamento commosso è andato ad Anna Tornoni, dirigente comunale scomparsa di recente, che rese possibile il primo riconoscimento legale ai figli di coppie dello stesso sesso nel 2017.

Le famiglie arcobaleno chiedono stabilità legislativa

Le associazioni per i diritti LGBTQIA+ plaudono alla decisione ma rilanciano l’allarme: “Non possiamo vivere in uno stato dove i diritti dei nostri figli dipendono dalle sentenze dei giudici o dall’umore politico”, dicono. “Serve una legge chiara che riconosca tutte le famiglie e i loro diritti, senza più zone d’ombra”.

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