In una mossa che ha sollevato forte preoccupazione tra gli attivisti per i diritti umani, l’amministrazione di Donald Trump e il Segretario di Stato Marco Rubio hanno supervisionato la pubblicazione del più recente rapporto annuale sui diritti umani, omettendo in modo significativo qualsiasi riferimento ai diritti delle persone LGBTQ+ e delle donne. Questa decisione rappresenta una chiara deviazione rispetto ai precedenti rapporti, che includevano sezioni dedicate alle sfide e alle violazioni affrontate da questi gruppi.
Il Rapporto annuale sui Diritti Umani: un riferimento storico
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblica ogni anno un rapporto dettagliato sulle pratiche globali in materia di diritti umani. Tradizionalmente, il documento ha analizzato la situazione di vari gruppi vulnerabili, tra cui donne e comunità LGBTQ+, denunciando discriminazioni, violenze e disuguaglianze legali in diversi paesi. L’esclusione di queste sezioni nel rapporto più recente è un segnale allarmante sulla direzione politica intrapresa dall’amministrazione statunitense.
Le implicazioni delle nuove politiche di Trump e Rubio

La rimozione di riferimenti ai diritti delle donne e delle persone LGBTQ+ dal rapporto annuale rientra in una più ampia strategia politica adottata dal governo di Trump. Appena insediatosi, Trump ha firmato l’Ordine Esecutivo 14168, che ridefinisce il concetto di sesso nei termini federali esclusivamente come maschio o femmina basato su caratteristiche biologiche alla nascita.
Questa decisione ha comportato diverse conseguenze:
- Cancellazione di materiali informativi sui diritti delle persone LGBTQ+ dai siti ufficiali del governo.
- Stop al riconoscimento legale delle identità di genere diverse da quelle assegnate alla nascita.
- Revoca dei finanziamenti federali per programmi di sensibilizzazione e tutela dei diritti delle persone LGBTQ+.
Inoltre, il Dipartimento di Stato, sotto la guida di Marco Rubio, ha sospeso la possibilità di modificare il genere sui passaporti e ha rimosso ogni riferimento alle problematiche LGBTQ+ nei documenti ufficiali. Queste azioni hanno scatenato forti critiche da parte delle associazioni per i diritti umani.
Le reazioni delle organizzazioni per i diritti umani
Diverse organizzazioni hanno condannato la decisione del governo.
- La Human Rights Campaign ha dichiarato che tali azioni sono un attacco diretto alle comunità marginalizzate, con l’unico scopo di danneggiarle.
- L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha denunciato l’Ordine Esecutivo 14168 come un tentativo di cancellare le persone transgender dalla vita pubblica e civile.
Le proteste non si sono fatte attendere, con manifestazioni in numerose città degli Stati Uniti per denunciare l’ennesimo passo indietro sui diritti umani.

La reazione della comunità internazionale
Le modifiche apportate al rapporto annuale hanno sollevato preoccupazione a livello internazionale. Per decenni, gli Stati Uniti hanno rappresentato un punto di riferimento nella promozione dei diritti umani e dell’uguaglianza. Tuttavia, l’eliminazione delle sezioni dedicate alle persone LGBTQ+ e alle donne potrebbe compromettere la credibilità del Paese come leader globale nella difesa dei diritti civili. Molti governi e organizzazioni internazionali stanno ora mettendo in discussione il ruolo degli Stati Uniti come modello di democrazia e diritti umani.
Quale futuro per i diritti umani negli Stati Uniti?
L’eliminazione delle sezioni sui diritti LGBTQ+ e delle donne nel rapporto annuale non è solo un cambiamento formale, ma un segnale politico di vasta portata. Questa decisione potrebbe avere conseguenze reali, con un impatto su leggi e politiche future riguardanti la protezione delle minoranze. Mentre le organizzazioni per i diritti umani si mobilitano per contrastare questa deriva, il dibattito pubblico e politico negli Stati Uniti resta profondamente diviso tra chi sostiene queste politiche e chi le considera un pericoloso ritorno al passato.
La battaglia per i diritti e l’uguaglianza, dunque, è tutt’altro che finita.