Vicenza, dopo il Pride insulti a un ragazzo trans e al suo amico: “Vi bruciamo vivi”

16 Giugno 2025

Aggressione verbale omotransfobica nella notte tra sabato e domenica. Il ragazzo, tornato dal corteo del Pride, ha denunciato l’accaduto sui social. Arcigay: “Serve una legge contro i crimini d’odio, subito.”

La città veneta, che solo poche ore prima aveva ospitato un pacifico e partecipato Vicenza Pride, è stata teatro di un grave episodio di violenza verbale a sfondo omotransfobico. Un ragazzo transgender di 23 anni e il suo amico, entrambi di ritorno dalla manifestazione arcobaleno, sono stati aggrediti verbalmente da un gruppo di giovani nella zona di Campo Marzo.

Secondo il racconto pubblicato dal ragazzo su Instagram, gli insulti sono partiti senza provocazione:

“Ecco quelli del Pride, froci di merda. Vi bruciamo vivi.”
“Vi dovrebbero rinchiudere.”

I due sono riusciti ad allontanarsi rapidamente senza che la situazione degenerasse in violenza fisica, ma hanno denunciato il fatto alla polizia nella stessa notte.

La testimonianza: “Avevo ancora addosso la maglietta del corteo”

“Eravamo felici, stanchi ma pieni di speranza. Avevo ancora addosso la maglietta del Pride, quella con scritto ‘Trans Joy’. E proprio per questo ci hanno puntato,” scrive il giovane nel suo post. “Non mi vergogno di essere chi sono. Ma ho paura, e questo non dovrebbe succedere a nessuno.” La sua testimonianza ha raccolto centinaia di commenti di solidarietà in poche ore. Molti altri utenti LGBTQ+ veneti hanno segnalato episodi simili, anche se non sempre denunciati formalmente.

Arcigay e attivisti: “Basta silenzio, servono protezioni concrete”

Arcigay Vicenza ha condannato fermamente l’episodio, definendolo “l’ennesima dimostrazione che l’Italia ha bisogno urgente di una legge contro l’odio omotransfobico.” La presidente del circolo, Martina Righi, ha dichiarato:

“Non possiamo più permettere che i Pride siano seguiti da ondate di odio. L’entusiasmo per i diritti non può essere pagato con la paura.”

Anche Amnesty International Italia e l’Associazione Famiglie Arcobaleno hanno espresso solidarietà e chiesto un incontro con il Prefetto.

La politica divisa: silenzio istituzionale e voci isolate

A livello politico, pochi esponenti locali si sono espressi. Solo il consigliere comunale di opposizione Lorenzo Milan (Centro Civico) ha pubblicato una nota su Facebook: “Chi semina odio nei talk show raccoglie intimidazioni nelle piazze. Serve una legge come quella Zan, senza più rinvii.” Dal Comune, al momento, nessuna dichiarazione ufficiale.

Un fenomeno in crescita

Secondo l’ultimo rapporto di ILGA-Europe, l’Italia è tra i Paesi dell’Europa occidentale con il maggior numero di episodi di discriminazione non puniti da norme specifiche. La legge contro l’omotransfobia è ferma in Parlamento da oltre tre anni dopo l’affossamento del ddl Zan.

L’aggressione verbale a Vicenza getta un’ombra inquietante su un fine settimana che avrebbe dovuto essere di festa e liberazione. Ma, come ricorda lo stesso ragazzo protagonista della vicenda: “Non mi fermerò. Chi ha paura di noi lo fa perché sa che stiamo cambiando le cose. E continueremo a farlo.” Le indagini sono in corso. Chi ha assistito alla scena è invitato a contattare le forze dell’ordine per fornire testimonianze.

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